4 APRILE 2013                                                        

In collaborazione con UNITALSI - Mazara del Vallo FILDIS - Mazara del Vallo
ROTARY CLUB - Mazara del Vallo
CONVEGNO
ETICA E BIOETICA: BIODIVERSITÀ - RESPONSABILITÀ - STILE DI VITA

domenica 7 aprile 2013 - ore 18.00
Sporting Club Village - c/da Bocca Arena - Mazara del Vallo

Sintesi della relazione di Paola Binetti
(a cura di Lucia Marotta)

Commentando gli interventi dei relatori precedenti, che avevano raccontato la loro esperienza di volontariato in Perù, l’on.Binetti notava che malgrado fossero andati “quasi per fare un favore”, in questo momento di crisi, di difficoltà, questa esperienza è stata per loro straordinariamente efficace, ha cambiato loro la vita, perché sono tornati avendo imparato tante cose grandi e avendo invertito l’ordine solito della cultura neo-colonialista, che va solo per prendere.

E’ stata una bella esperienza di biodiversità.

La diversità è ricchezza, fa suonare delle corde del nostro cuore che altrimenti resterebbero mute.

Il valore della biodiversità è che “fa percepire ciò che tu hai e ciò che l’altro non ha, genera senso di responsabilità e induce a cambiare stile di vita. Fa scoprire che nella mia situazione godo di tanti benefici che mi facilitano la vita, di cui abitualmente non mi rendo conto, perché nel mio ambiente si respira quello. Ho bisogno dell’ambiente di chi non ha per capire quanto sono fortunato. Finché non mi confronto con l’esperienza di chi non ha, io non so che cosa ho!"

Diceva che l’esperienza della diversità genera responsabilità, ci dà quella dimensione che ci spoglia dell’arroganza e si fa servizio, ci fa capaci di essere più buoni, di “metterci a fianco” e di dare quello che noi abbiamo e che l’altro non ha.

C’è bisogno di uscire dalla porta della nostra casa per andare incontro a quelli che sono diversi. La diversità non può creare indifferenza.

Riferendosi a quel fatto doloroso avvenuto nelle Marche (quei coniugi che si sono suicidati per essere caduti nella povertà in seguito alla crisi economica: una famiglia onesta, gente che aveva sempre lavorato) ha ricordato che non c’è solo la sussidiarietà verticale, c’è anche quella orizzontale, che in questo caso forse è mancata, come l’altra.

Ci sono alcuni modi in cui la biodiversità è vissuta come una provocazione drammatica, a cui ci dobbiamo opporre.

Oggi, ad esempio, far nascere un bambino portatore di handicap da alcuni non viene considerato come espressione della capacità di amore e di accoglienza del diverso: c’è stato un ribaltamento completo del giudizio. C’è gente che pensa che sia egoismo e arriva alla conclusione che “è meglio che non nasca”.

Occorre una logica bioetica forte che spinga la ricerca scientifica, ma anche risvegliare l’intelligenza del cuore per saper accogliere, custodire, accompagnare…

COORDINATORE
Giovanni Bavetta - Direttore U.O. Ginecologia e Ostetricia - P.O. Castelvetrano
RELATORI
Franco Alioto - Presidente “Amunì” onlus (Associazione mani unite)
Don Vincenzo Cammarota - Progetto Uripa “Una parrocchia senza chiesa”
On. Paola Binetti - Neuropsichiatra infantile - “Etica e Bioetica: Biodiversità, Responsabilità, Stile di Vita”

Un altro caso in cui l’altro viene considerato  “il diverso”, con una reazione spesso di rifiuto è quello dell’immigrato. Bisogna saper riconoscere in lui la dignità che ha, riconoscere che ha lo stesso bisogno di essere amato, di far famiglia, di lavorare; deve essere visto con la logica evangelica “ero straniero e mi avete ospitato”.

Ancora: il malato cronico, l’anziano.  Sperimentiamo tutti di trovarci in una società che invecchia: l’età media è intorno agli 85-87 anni e c’è una certa tendenza all’eutanasia sociale. Si pensa : “a un certo punto,tanto vale che muoia, che non si intervenga, se le cure sono troppo costose…”

L’etica applicata alla diversità ci porta a dare particolare importanza al “patto generazionale”.

La famiglia è formata da genitori, figli, nonni e oggi anche bisnonni; in essa esiste un patto che le dà forza, che le dà la dimensione del che cos’è il far famiglia. Questo si contrappone alla famiglia “usa e getta” fondata su legami che si infrangono alle prime difficoltà.

La solitudine dei grandi anziani è oggi una tragedia e l’etica che valorizza il patto generazionale cementa la famiglia, crea relazioni di solidarietà, di collaborazione.

Molti poveri di oggi coincidono con gli anziani. E’ facile trovare anziani lasciati soli dalla famiglia che lavora.

La povertà di queste persone è la mancanza della rete di amicizie, della rete familiare; questa solitudine psicologica, che diventa spirituale, ne fa luogo di sofferenza.

L’on.Binetti ha accennato ad altre diversità da coltivare come ricchezza: la diversità uomo-donna, la diversità di opinioni, ecc.

In un ultimo passaggio della sua relazione, ha fatto riferimento, a proposito della diversità di opinioni, alla ricchezza dell’esperienza cristiana, del vissuto fortemente impegnato sul piano sociale della Chiesa, che viene considerato da alcuni come un  “luogo arretrato”, fatto da intelligenze “congelate”.

Nel contesto di dilagante laicismo in cui viviamo, si tende a leggere i valori di cui siamo portatori in una chiave da considerare superata.

Ricordava le parole pronunciate da Papa Francesco  proprio nell’Angelus di oggi 7 aprile, con cui ci spingeva a non avere paura di testimoniare i nostri valori, l’etica cristiana, una solidarietà forte.

Noi cristiani abbiamo l’esperienza della concretezza nel servizio. Come Papa Francesco che “coepit facere et docere”, l’etica cristiana prima serve e poi insegna.

Ci ha augurato di portarci dentro queste cose perché le viviamo.