Rosolino Buccheri (fisico):
Razionalità del Cosmo e ‘Razionalità’ di Dio. Contributo al
dialogo fra Scienza e Fede.
L’ineliminabile influenza della cultura scientifica e
tecnologica, e l’altrettanto ineliminabile tensione prodotta
nell’uomo dalla sua intrinseca dualità, possono condurre,
nel migliore dei casi, ad un fecondo dialogo fra credenti e
non credenti e a una più profonda comprensione della realtà
– com’è accaduto per tante grandi personalità della storia
–, ma anche, nel peggiore dei casi, ad un pernicioso
sviluppo unilaterale della coscienza, dove è inibito il
dialogo e annebbiata la vista – come ci racconta, in
particolare, la cronaca di oggi.
Il
superamento consapevole della tensione prodotta
dall’irriducibile antinomia che è in noi, e del conflitto
‘ideologico’ fra Fede e Scienza che ne deriva, può essere
raggiunto solo nell’ambito di un ‘pensiero complesso’ che
coltivi l’armonica integrazione della propria attitudine
empatico-intuitiva con il prevalente pensiero ‘razionale’.
I.
Le
modalità di conoscenza
a.
Razionalità, metodo scientifico e senso comune
b.
Incompletezza dei sistemi formali
c.
Mythos e
Logos. Dualità dell’uomo
d.Tensione
creativa dell’antinomia
II.
Concordanze e discordanze di un dialogo
a.
Religiosità e influenza della cultura scientifica
b.
Il Dio delle lacune; la scelta di Dio
c. Razionalità
del Cosmo e ‘Razionalità’ di Dio
d.
Dalle imitazioni umane, un conflitto ‘ideologico’
III.
Dalla materia alla vita; dal pensiero unilaterale al
‘pensiero complesso’
a.
Evoluzione del Cosmo
b.
Autoorganizzazione della materia
c. Materia,
spiritualità, razionalità
d. Una
razionalità allargata per un proficuo dialogo
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SCALETTA
SCIENZA E FEDE
Augusto Cavadi (filosofo)
Scaletta dell’intervento di
Augusto Cavadi (www.augustocavadi.com)
· Un
modo semplice, ma generico, di impostare la nostra
riflessione dialogante:
· Lo
scienziato vuole
descrivere l’universo a noi accessibile rispondendo alla
domanda: come è
costituito?
· Il
filosofo vuole
interpretare l’universo a noi accessibile rispondendo
alla domanda: che
senso ha (se ne ha uno)?
· Il
profeta (monoteista) vuole
prescrivere come
vivere
nell’universo rispondendo alla domanda:
qual è il rapporto
ottimale fra l’uomo e il cosmo?
- Prima
obiezione: lo scienziato deve
rinunziare a
descrivere ed è costretto a
ipotizzare davanti
all’infinitamente piccolo, all’infinitamente grande,
all’infinitamente complesso. E’ vero: ma le sue ipotesi
restano scientifiche sino a quando restano, almeno
potenzialmente, verificabili con l’esperienza (Karl Popper)
- Seconda
obiezione: anche il poeta, come il filosofo, vuole
interpretare l’universo decrittandone il
senso. E’ vero: ma a lui basta esprimere, in forma esteticamente
suggestiva, le proprie intuizioni, senza aver bisogno di
argomentarle con la ragione (come di diritto dovrebbe fare
un filosofo).
- Terza
obiezione: le Scritture (ebraiche, cristiane e islamiche)
non si limitano a indicazioni etiche, ma pretendono di
rivelare anche le
risposte alle domande della scienza, della filosofia e della
poesia (e, per giunta, con il sigillo dell’assoluta
veridicità della Parola di Dio). È vero che in molti profeti
c’è questa ampiezza di pretese (enfatizzate da tutte le
tradizioni cristiane e islamiche, molto meno ebraiche), ma
questo è il germe di ogni letteralismo, fondamentalismo e
integralismo (Averroè e Baruch Spinoza).
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