logo

home chi siamo statuto contatti sezione donne

SINOSSI INTERVENTI RELATORI INCONTRO "SCIENZA E FEDE" - LE RAGIONI DI UN DIALOGO
Mazara del Vallo - Teatro Garibaldi - 8 aprile 2016


 

Rosolino Buccheri (fisico):

Razionalità del Cosmo e ‘Razionalità’ di Dio. Contributo al dialogo fra Scienza e Fede.

L’ineliminabile influenza della cultura scientifica e tecnologica, e l’altrettanto ineliminabile tensione prodotta nell’uomo dalla sua intrinseca dualità, possono condurre, nel migliore dei casi, ad un fecondo dialogo fra credenti e non credenti e a una più profonda comprensione della realtà – com’è accaduto per tante grandi personalità della storia –, ma anche, nel peggiore dei casi, ad un pernicioso sviluppo unilaterale della coscienza, dove è inibito il dialogo e annebbiata la vista – come ci racconta, in particolare, la cronaca di oggi.

Il superamento consapevole della tensione prodotta dall’irriducibile antinomia che è in noi, e del conflitto ‘ideologico’ fra Fede e Scienza che ne deriva, può essere raggiunto solo nell’ambito di un ‘pensiero complesso’ che coltivi l’armonica integrazione della propria attitudine empatico-intuitiva con il prevalente pensiero ‘razionale’. 

I. Le modalità di conoscenza

 

a. Razionalità, metodo scientifico e senso comune

b. Incompletezza dei sistemi formali

c. Mythos e Logos. Dualità dell’uomo

d.Tensione creativa dell’antinomia

 

II. Concordanze e discordanze di un dialogo

 

a. Religiosità e influenza della cultura scientifica

b. Il Dio delle lacune; la scelta di Dio

c. Razionalità del Cosmo e ‘Razionalità’ di Dio

d. Dalle imitazioni umane, un conflitto ‘ideologico’

 

III. Dalla materia alla vita; dal pensiero unilaterale al ‘pensiero complesso’

 

a. Evoluzione del Cosmo

b. Autoorganizzazione della materia

c. Materia, spiritualità, razionalità

d. Una razionalità allargata per un proficuo dialogo

____________________________________________________________________

  SCALETTA SCIENZA E FEDE

Augusto Cavadi (filosofo)

   Scaletta dell’intervento di Augusto Cavadi (www.augustocavadi.com)

  

·  Un modo semplice, ma generico, di impostare la nostra riflessione dialogante:

·  Lo scienziato vuole descrivere l’universo a noi accessibile rispondendo alla domanda: come è costituito?

·  Il filosofo vuole interpretare l’universo a noi accessibile rispondendo alla domanda: che senso ha (se ne ha uno)?

· Il profeta (monoteista) vuole prescrivere come vivere nell’universo rispondendo alla domanda: qual è il rapporto ottimale fra l’uomo e il cosmo?

-  Prima obiezione: lo scienziato deve rinunziare a descrivere ed è costretto a ipotizzare davanti all’infinitamente piccolo, all’infinitamente grande, all’infinitamente complesso. E’ vero: ma le sue ipotesi restano scientifiche sino a quando restano, almeno potenzialmente, verificabili con l’esperienza (Karl Popper)

-   Seconda obiezione: anche il poeta, come il filosofo, vuole interpretare l’universo decrittandone il senso. E’ vero: ma a lui basta esprimere, in forma esteticamente suggestiva, le proprie intuizioni, senza aver bisogno di argomentarle con la ragione (come di diritto dovrebbe fare un filosofo).

-   Terza obiezione: le Scritture (ebraiche, cristiane e islamiche) non si limitano a indicazioni etiche, ma pretendono di rivelare anche le risposte alle domande della scienza, della filosofia e della poesia (e, per giunta, con il sigillo dell’assoluta veridicità della Parola di Dio). È vero che in molti profeti c’è questa ampiezza di pretese (enfatizzate da tutte le tradizioni cristiane e islamiche, molto meno ebraiche), ma questo è il germe di ogni letteralismo, fondamentalismo e integralismo (Averroè e Baruch Spinoza).